Asti, giovedì 5 ottobre ore 18:45
Palazzo Michelerio — ex Chiesa del Gesù, C.so V.Alfieri 381
Inaugurazione mostra fotografica e presentazione del volume di Stefania Spadoni Come mi senti
Dopo essere diventato un libro, il progetto artistico di Stefania Spadoni diventa anche una mostra. I ritratti e gli autoritratti realizzati dall’artista verranno esposti ad Asti presso il Palazzo Michelerio all’interno dell’Ex Chiesa del Gesù.
Durata mostra: venerdì 6 ottobre – domenica 29 ottobre
Orari di apertura:
da lunedì a venerdì 10.00 – 16.00
sabato, domenica e festivi 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19-00 (ora legale) 10.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00 (ora solare)
L’ESPOSIZIONE:
In ogni tela dell’esposizione dialogano un ritratto e un autoritratto, che si relazionano attraverso un percorso interiore dell’autrice che indaga stati d’animo, emozioni, tentativi, fallimenti e che è come se volesse dire al soggetto fotografato “ci sono anche io, non ti lascio da solo, sto fotografando te, ma è come se fotografassi me stessa”. Lo spettatore potrà camminare nell’ampio spazio della Chiesa del Gesù interrotto da figure geometriche, cubi e parallelepipedi, creati con tubi innocenti. Le strutture saranno appoggiate a terra senza interferire in alcun modo con la pavimentazione e le pareti dello spazio espositivo. Dentro questi volumi appese le tele con i dittici e alcuni particolari, stampati a tutta grandezza delle fotografie. La figura umana è sempre al centro della ricerca di Stefania Spadoni che sia il suo stesso corpo o il corpo di un’altra persona. A premere il pulsante, a creare l’immaginario fotografico è sempre l’autrice che ritiene che la foto realizzata sia una sorta di autoritratto di chi scatta. “Dentro l’immagine realizzata c’è tutta me stessa, la mia storia, la mia volontà e la mia visione”. Ancora più interessante quando insieme a tutto questo c’è la presenza di un’altra persona estranea, inconsapevole, esposta che riceve, ma allo stesso tempo dona. Un do ut des che porta alla realizzazione dei ritratti di Come mi senti. Da qui nasce la volontà di associare ogni ritratto a un autoritratto che raccontino la stessa porzione di storia. Il volerli affiancare visivamente su un’unica tela rafforza tutta la ricerca artistica dell’autrice.